lunedì 31 marzo 2014

Tutto ciò che c’è da sapere sull’isola ecologica


Finora il progetto “Centro Comunale di Raccolta in via dei Salici – Parco degli Ulivi” è risultato di difficile comprensione per la maggior parte dei cittadini. Per questo motivo è utile fare un po’ di chiarezza.
Qual è la principale funzione di un centro comunale di raccolta multi materiale, conosciuto anche come isola ecologica? Sicuramente quella di evitare lo smaltimento di rifiuti ingombranti e pericolosi in discarica. Perciò, contrariamente a quanto dichiarato durante l’incontro tenutosi qualche giorno fa nella sala congressi della Chiesa San Giovanni Apostolo (già documentato per Barletta News da Roberta Filannino e Michele Sarcinelli) non si finanzia e non si realizza un’isola ecologica per lo smaltimento di rifiuti innocui.
Quali sono esattamente i rifiuti che il cittadino dovrebbe destinare alla raccolta differenziata presso le isole ecologiche, anziché abbandonarli incivilmente accanto ai cassonetti o tra le campagne? Tra i cosiddetti rifiuti ingombranti, speciali e pericolosi troviamo: elettrodomestici, sanitari, detriti risultanti da piccole ristrutturazioni domestiche, ingombranti d ferro, ingombranti di plastica, ingombranti di legno, ingombranti misti, ingombranti metallici, batterie al piombo, neon e lampadine, vernici e solventi, olii minerali e vegetali, prodotti chimici domestici, farmaci scaduti.
Ci sono poi materiali non adatti alla raccolta. Per la carta dobbiamo escludere: carte sintetiche o non contenenti cellulosa, carte termiche (scontrini), carte speciali per esempio quelle lisce, oleate come quelle contenenti affettati, formaggi, pizza o comunque qualcosa di unto. Per vetro escludiamo corpi magnetici, corpi leggeri come il legno la carta o l’alluminio, corpi opachi, corpi metallici non ferrosi come alluminio, piombo o rame. Solitamente per plastica e ferro non ci sono importanti limitazioni salvo casi di contaminazione.
Al fine di evitare abbandoni nocivi all’ambiente, è bene che ogni cittadino sappia che per quanto riguarda lo smaltimento di elettrodomestici, il D. Lgs. 151/2005 impone a distributori, commercianti ed installatori, l’obbligo del ritiro dei rifiuti di apparecchiatura elettrica o elettronica (RAEE: Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) a fronte dell’acquisto di un nuovo apparecchio. Nel caso in cui l’elettrodomestico da eliminare non sia stato sostituito con l’acquisto di uno nuovo, si dovrà provvedere allo smaltimento presso le isole ecologiche e non in strada, perché altamente pericolosi.
L’esistenza di un’isola ecologica è quasi sempre collegata alla raccolta dei rifiuti porta a porta (che il nostro comune pare voglia attuare) che è a sua volta collegata all’eliminazione dei cassonetti stradali (che a volte diventano mini discariche)per motivi ambientali, igienici e di decoro urbano. Nelle isole ecologiche, dunque i cittadini possono smaltire tutti i rifiuti che per ovvi motivi non possono essere raccolti a domicilio. In molti comuni i cittadini “virtuosi” che conferiscono i rifiuti nelle ecopiazzole vengono premiati con bonus e risparmi economici, di detraibili dall’importo della Tares.
Un altro importante mito da sfatare è che un’isola ecologica non è una discarica e non è un impianto di trattamento rifiuti. L’associazione dell’immaginario collettivo con questi impianti è molto frequente ma non rappresenta la realtà. L’isola ecologica va intesa come un’area presidiata in cui i cittadini possono portare gratuitamente i rifiuti ingombranti o pericolosi,che successivamente saranno trasportati presso l’impianto di destinazione dei materiali riciclabili. I materiali portati al centro di raccolta vengono avviati al rispettivo impianto di recupero. Qualora sia necessario operare una selezione preliminare dei materiali (per esempio la raccolta mista vetro + metalli oppure plastica + metalli) si passa prima da un impianto di selezione per poi avviare i materiali al recupero (vetrerie, fonderie, cartiere, impianti recupero plastiche). Inoltre, il DM 8 aprile 2008 con la sua recente modifica del 13 maggio 2009, individua il tipo di attività e il tipo di rifiuti (in base ad un elenco di codici europei), le caratteristiche strutturali (es. pavimentazioni, raccolta delle acque di prima pioggia, copertura dei contenitori dei rifiuti speciali e pericolosi, ecc.) e gestionali che permettono di classificare questo tipo di strutture come delle semplici estensioni dei sistemi di raccolta.
In ultima osservazione è bene dire che i rifiuti destinati alle isole ecologiche rappresentano una minima percentuale rispetto al totale dei rifiuti prodotti. Una valida alternativa ai sistemi di smaltimento di questi rifiuti (discariche e inceneritori) sono i sistemi di Trattamento Meccanico Biologico (TMB), utilizzabili allo stato attuale per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Si tratta ‘’impianti che utilizzano tecnologie diverse e complementari (TMB, raffinazione meccanica) che intervengono sul residuo non differenziabile per arrivare a recuperare anche le ultime frazioni utili sui quantitativi. È una tecnologia già applicata con successo in Germania, Australia, ma anche nel Nord Italia (recupero biogas). In favore dell’ambiente e dei cittadini c’è che il sistema produttivo sta spingendo sempre più verso merci e beni ad elevata riparabilità, riutilizzabilità, e durata, per organizzare e ottimizzare al meglio la gestione dei rifiuti.
Mio articolo su Barletta news

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