giovedì 30 giugno 2016

Ilva, Emiliano oggi in audizione davanti a commissione ambiente e industria per decreto cessione fabbrica



Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto in audizione davanti alle commissioni parlamentari Ambiente e Attività Produttive, sul tema del decreto sulla cessione del complesso industriale Ilva che a Taranto vede lo stabilimento principale in Italia.
A margine dell’audizione, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Il decreto ha diversi punti opinabili sia dal punto di vista delle scelte politiche, sia dal punto di vista della costituzionalità. 
L’elemento più importante sta nella proroga dei termini per la ambientalizzazione. 

La Corte costituzionale, con riferimento ai precedenti decreti, aveva chiaramente detto che il sacrificio del diritto alla salute poteva essere accettato a condizione di rispettare il termine previsto dai precedenti decreti. Il termine viene ulteriormente allungato, e addirittura il privato che si aggiudica la fabbrica, potrebbe chiedere un ulteriore allungamento del termine per l’adeguamento del piano ambientale. Questo significa rinviare troppo in là la cessazione dei rischi per la salute.

Il secondo punto è che il decreto non contiene nessuna indicazione all’acquirente della fabbrica per la cosiddetta decarbonizzazione.
Cioè per  il progetto di azzeramento della sua pericolosità. Si rende ancora possibile l’utilizzo del carbone, che è la fonte delle diossine, degli Ipa, dei Pcb che poi con le poveri sottili dei parchi minerari portano le sostanze cancerogene nei polmoni e in generale nella vita dei miei concittadini. E questo evidentemente va corretto e nel decreto va indicato che il carbone non può più essere la fonte di alimentazione di quella fabbrica. La terza questione è la totale estromissione della Regione Puglia dai controlli sulla qualità ambientale.

Nell’attuale formulazione del decreto addirittura sono estromesse l’Arpa e l’Ispra, quindi le strutture regionali e nazionali di controllo dell’ambiente, sostituite da un comitato di tre esperti che dovrebbero validare la compatibilità ambientale delle offerte dei nuovi acquirenti. Tutto questo è assolutamente inaccettabile”.

“Poi  - ha proseguito - abbiamo chiesto che la sanità tarantina non sia soggetta alle regole ordinarie sui divieti di assunzione e che si possano assumere persone oltre il livello prescritto e sia possibile allo stesso modo assumere presso l’Arpa senza i limiti previsti negli altri luoghi d’Italia e che quindi venga considerato il caso speciale della situazione di Taranto che è ben peggiore di quello della Terra dei Fuochi. Perché mentre nella Terra dei Fuochi l’inquinamento è stato provocato dalla mafia ed è per ora contingentato, cioè è quello ed è definito, qui l’inquinamento viene considerato necessario dallo Stato che quindi consente di inquinare e di far ammalare le persone perché l’impianto ha valore strategico per la produzione nazionale.

Quindi le deroghe che devono essere assegnate alla Puglia e ai tarantini dal punto di vista sanitario sono il minimo che possa essere concepito per accettare un sacrificio che di per sé è disumano e insopportabile e che per decisioni superiori ci viene imposto”.

“Mi auguro che il Parlamento – ha concluso – al di là della ragion di Stato, consideri la Costituzione come sua principale ispirazione e quindi consideri il diritto alla salute prevalente sul diritto alla produzione e sulle esigenze della produzione nazionale”.

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