venerdì 14 febbraio 2014

La festa degli amori bestiali

Vignetta di Ettore Dicorato
Ogni anno, nella giornata del 14 febbraio, l’amore soffia nell’aria. Sebbene la figura di San Valentino sia nota per il messaggio d’amore portato dal santo, l’associazione specifica con l’amore romantico e gli innamorati è certamente posteriore e controversa. Fin dagli albori, infatti, questa festa che oggi simboleggiamo con cuoricini, fiori e regali, racconta invece una storia di violenza perpetrata nei secoli, trasformata in una ricorrenza religiosa dalle origini non troppo limpide e infine in un’operazione commerciale di successo mondiale.
C’è un’inimmaginabile coincidenza che lega la festa degli innamorati al rosso sangue tipico di questa giornata, ed è proprio il martirio di San Valentino (Interamna Nahars 176 – Roma 273) il vescovo romano torturato e decapitato durante la notte del 14 febbraio 273 a 97 anni, per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano che a quei tempi portava avanti la sua ‘campagna’ di persecuzione contro i cristiani. Secondo il documento Passio Sancti Valentini, risalente all’VIII secolo, i suoi discepoli Proculo, Efebo e Apollonio dopo averlo seppellito a Terni, furono martirizzati e uccisi.
Il culto di San Valentino fu introdotto dai benedettini (primi custodi della basilica che ne custodisce le reliquie) attraverso i loro monasteri italiani, francesi e inglesi. La festività fu istituita ufficialmente nel 496 da Papa Gelasio I, sostituendo la precedente festa pagana dei lupercalia - un rito di purificazione che prevedeva sacrifici animali e violente iniziazioni sessuali – celebrati nei giorni nefasti di febbraio in onore del dio Fauno, nella sua accezione di Luperco ossia protettore della fertilità e del bestiame.
Probabilmente, la pratica ‘moderna’ di celebrazione incentrata sullo scambio di messaggi d’amore tra innamorati, risale alla nascita del circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell’amore cortese. Successivamente, soprattutto nei paesi anglosassoni e poi per imitazione anche altrove, il tratto caratteristico di questa festa divenne lo scambio dei valentine, ossia i bigliettini d’amore a forma di cuore o stilizzati secondo temi tipici della tradizione popolare dell’amore romantico. Non a caso, infatti, a partire dal XIX scolo questa tradizione ha alimentato notevolmente la produzione industriale di molti Paesi, mascherando il business milionario con cuoricini sagomati, cene a lume di candela, fughe romantiche e poesie d’amore.
L’amore non dà nulla fuorché sé stesso
e non coglie nulla se non da sé stesso.
L’amore non possiede,
né vorrebbe essere posseduto
poiché l’amore basta all’amore.

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