lunedì 30 dicembre 2013

RIVE - Andare aldilà dell'immagine già vista attraverso un sorriso



Avere un messaggio da comunicare e saperlo trasmettere con un linguaggio comprensibile a tutti. È stato un po’ questo il senso di “RIVE”, mostra fotografica di ricerca sul territorio barlettano con immagini di Marcello De Masi e letture a cura di Giorgio Damato e Gabriele Genovese, ospitata ieri presso la libreria Cialuna in collaborazione con l’associazione culturale Liberincipit – Presidio del Libro di Barletta. “RIVE” è un progetto legato al territorio, ai suoi luoghi, al suo sviluppo. È un progetto legato alla rispettosa osservanza di ciò che ci accade intorno e che spesso sottovalutiamo o non notiamo neppure. Gli spettatori presenti, infatti, sono stati invitati ad osservare meticolosamente le fotografie esposte in sala, senza trascurarne i particolari, sconfinando aldilà dell’immagine ‘già vista’, ricercando significati nascosti in luoghi così familiari eppure così sconosciuti, quasi scontati. Come la litoranea di Ponente, ad esempio, protagonista assoluta di un testo che Giorgio Damato ha costruito con un’ironia dal sapore squisitamente barlettano. Dunque, un linguaggio comprensibile a tutti, che attraverso una comicità che non lascia nulla al caso, dissemina brandelli di una realtà talmente evidente da generare – talvolta - imbarazzati sorrisi. Impossibile, infatti, non immedesimarsi in almeno uno dei luoghi comuni proposti attraverso la ‘lettura’ delle immagini e l’ascolto divertito dei testi.
Come sottolineato dal giovane fotografo napoletano De Masi infatti: «L’apparato a prima vista semplicistico e ironico da commedia di questi testi, sono frutto di un’analisi quasi rituale di una determinata realtà. Il mio invito, dunque, è quello di son sottovalutare la potenza della commedia, della risata e dell’ironia. La maggior parte delle volte, alla base di una semplice risata c’è una sofisticata costruzione del linguaggio che nasconde un punto di vista ben preciso: la voglia di far riflettere attraverso il sorriso. Le parole che appaiono nelle mie immagini così come nei testi di Giorgio, sono parole ben precise infatti non ce ne sono altre. Questo vale anche per i personaggi, che dicono e fanno delle cose e non ne fanno altre». Tutto è lasciato alla sottile interpretazione di che guarda e ascolta.
La serata si è conclusa con un sarcastico siparietto definito’utile e futile’, interpretato egregiamente da Gabriele Genovese, che attraverso sapienti trasformazioni vocali, ci ha lasciato sognare ad occhi aperti uno scontro immaginario tra due borghesie made in Puglia. Uno scontro che per i falsi profani potrebbe contenere sfumature inverosimili di mondi inesistenti e che invece – che lo si voglia o no -  fanno semplicemente parte del nostro quotidiano, del nostro territorio. A questo punto non resta che scegliere se in certe situazioni conviene continuare ad applicare quella congeniale inosservanza che genera disastri e irresponsabilità, o prendere visione di ciò che accade ad un palmo di naso e trasformarci in esecutori materiali  o quanto meno suggeritori del destino della nostra città. Per chi non ha potuto ma avrebbe voluto esserci ecco il testo di "Frr" (dopo il salto) una delle performance comico-intelligenti presentate al pubblico della libreria Cialuna. Buona lettura e buon divertimento!




FRR

A Barletta ormai corrono tutti.
Anche chi non potrebbe. Anche chi non dovrebbe.
Anche loro due.

-Dobbiamo andare a correre?
-Non lo so.
-Dai mà… andiamo. Fa bene...
-Al massimo iniziamo ad andare sulla litoranea. Se poi non ci va, ce ne andiamo.
-Sì, ma tanto una volta che sei arrivato lì, è impossibile che non corri.
-Eh effettivamente…

-Iniziamo?
-Aspetta un attimo. Vedi un po’. Vedi che litoranea che c’abbiamo…
-Lo so, frr.
-L’Emilia Romagna? Che deve fare l’Emilia Romagna, frr? Bologna, Ravenna, Rimini, mica c’hanno le spiagge che c’abbiamo noi. Bologna, se le sogna le spiagge nostre, frr… Mi hanno detto che una volta venne Berlusconi, che si voleva comprare la litoranea nostra, frr…
-Venne proprio lui?
-No, no, frr. Venne un assistente.
-Un vassallo?
-Dcìm, sì, un vassallo, insomma… uno tipo Galliani.
-E una volta comprata, poi che se ne doveva fare?
-Eh bu. Magari poi gliela regalava alla moglie.
A quella nuova o a quella vecchia?
-E che ne so io…
-È una cazzata allora…
-Sarà, ma tu sei sicuro che la litoranea nostra se la voleva comprare proprio Berlusconi?
-Perché?
-Perché io ho sentito che la litoranea nostra se la voleva comprare Agnelli?
-Agnelli?
-Eh, Agnelli.
-Il presidente della Juve?
-Eh, Gianni. Non il nipote scemo che sta adesso… “L’avvocato”.
-E poi non se l’è comprata più?
-No, forse ha preferito comprarsi Zidane.
-Eh… e vuoi mettere la litoranea nostra con Zidane?
-Tutta la vita la litoranea nostra.

-Va bè dai, partiamo?
-Aspe aspè, frr, ma tu ti sei accorto che adesso la litoranea è più bella di prima?
-In che senso?
-Vedi quante persone corrono…
-Sì, è vero. Corrono tutti.. Solo noi non stiamo a correre comunque…
-Aspè! Però, non credi che se facevano più lidi ancora, la litoranea nostra era ancora più bella?
-Tipo Rio dejaneiro?
-Più bella di Rio de Janeiro.
-Seee, apriti cielo.
-In che senso?
-Niente, è un espressione per dire: è impossibile.
-Sì infatti, come fa ad aprirsi il cielo? Al massimo si può aprire una porta, un conto in banca, ma il cielo, dai…
-Sì, ma non è questo il punto. Il punto è che la litoranea nostra non può essere più bella di quella di Rio.
-Perché no, scusa?
-Ma che ne sai tu del mondo? Che ne sai tu del turismo?
-Di sicuro ne so più di te. Ho fatto per 3 anni il bagnino, io.
-Per che lido?
-Per la piscina dell’Itaca Hotel. È inutile che ridi. Vedi che quell’anno c’erano un sacco di turisti …

-Mà pert?
-Aspì. Sai qual è il fatto però? Io penso che se volevamo, la litoranea nostra era ancora più bella.
-Hai sbagliato i tempi verbali, comunque.
-Se volevamo, era più bella la litoranea nostra.
-Non è che se inverti le parole la frase si aggiusta…
-Era più bella, la litoranea nostra, se volevamo…
-E sei deficiente allora….
-E come cazzo si dice wannà, stai a fare il professore…
-Si dice: se volessimo, la litoranea nostra, era più bella.
-Vabbù, lo posso dire il fatto mò?
-Dillo.
-Volevo dire, se volessimo, la litoranea nostra era più bella.
-Ahhh. Finalmente. Perché?
-Perché potessimo fare un sacco di cose sulla litoranea nostra…
-Tipo?
-Tipo gli alberghi, i campi da calcio, le strutture, i “bed en brech”
-Seee i “bed en brech”…
-Cj h? (che è?) ho sbagliato di nuovo? Come si dice?
-No, no. Hai detto giusto stavolta. Però i bed en brech sò impossibili da fare qui…
-Perché?
-Non te li fanno fare?
-Chi? Gli Agnelli.
-No, che Agnelli… i contadini. Tutta la terra, che sta vicino alla litoranea, è tutta dei contadini. Mica puoi fare un bed en brech in mezzo alla terra dei contadini. Non te la danno per fare i bed en brech.
-Però puoi fare gli agriturismi. Mò vanno di moda gli agriturismi.
-Sì, ma non è la stessa cosa. A Rio de Janeiro mica stanno gli agriturismi…
-Cjè p chess a Rio de Janeiro non ci stanno nemmeno i bed en brecPer questo la litoranea nostra è meglio di Rio de Janeiro, frr. Nemmeno i bed en brech c’hanno quelli… mà pèrt?
-Frr, scusami, fammi capire una cosa. Ma a te ti ingozza a correre?
-No, frr.
-E che cazzo mi hai fatto venire a fare qua, se lo sapevi che non volevi correre?
-Dai mà, la prossima volta corriamo sul serio. Te lo giuro. Te lo giuro frr, te lo giuro sul migliore degli Agnelli. Te lo giuro su Lapo Elkann.
-Vabbù.

Mio articolo presente su Barletta News

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