martedì 18 dicembre 2012

Scientific Reports: "Lo Stretto di Messina" è zona a rischio sismico e geologico


Mentre le scorse settimane  la società Stretto di Messina aveva annunciato di essere alla ricerca di investitori per la realizzazione del ponte (peraltro già bocciato dall’Europa come “opera non prioritaria”) questa mattina la rivista "Scientific Reports" di Nature ha pubblicato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università La Sapienza di Roma, Istituto di scienze marine (Ismar), Istituto ambiente marino costiero (Iamc) e Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che attesta il costante movimento tra la  Sicilia e la Calabria (precisamente l'are dell'istmo tra le due regioni) . Le faglie attive attorno allo stretto di Messina si estendono e si contraggono, spingendo a diverse velocità e direzioni. Per la raccolta dei dati gli studiosi hanno utilizzato la nave oceanografica Urania del Cnr offrendo così informazioni importanti sul rischio sismico e geologico, nonchè direttamente sull'assetto geologico-strutturale di questo territorio. “Lo stretto di Messina è una delle zone più sismicamente attive di tutta l’area mediterranea. Lo studio ha messo in evidenza che la regione dello stretto è interessata da un complesso sistema di faglie dove coesistono su brevi distanze regimi tettonici diversi: estensionali, trascorrenti e compressivi” sintetizza Marco Ligi dell’Ismar.  

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