venerdì 13 gennaio 2012

Caccia alle balene: proposta di un mercato aperto e lettera di Brigitte Bardot al Giappone



Nonostante gli interventi e le proteste di animalisti, ambientalisti e volontari, la caccia alle balene è ancora una tragica realtà in diversi paesi del mondo. Le varie ONG per tutelarle spendono almeno 25 milioni di dollari, ma ogni anno ne vengono uccise più di 2000 (i profitti della caccia ammontano a 31 milioni di dollari l’anno) e pare che i loro killer non abbiano intenzione di fermarsi. 

Un ultimo tentativo volto a mettere fine agli stermini è la ricerca “Conservation science: A market approach to saving the whales”, pubblicata su Nature. Si tratta di una proposta formulata da tre studiosi, Christopher Costello, Steven Gaines e Leah R. Gerber, che chiedono di dar vita a un vero e proprio mercato delle balene, poiché questo può essere il solo modo per proteggerle. Secondo loro infatti, mettere un “prezzo” alle balene (questo significa considerarle a tutti gli effetti un “prodotto” e non degli esseri viventi) e lasciarle acquistare ai non-cacciatori, servirebbe ad azzerare il mercato. In effetti la proposta suona un po’ strana poiché le balene come molte altre specie a rischio sono animali/abitanti della Terra e non merci di scambio.

Non dimentichiamo poi che la caccia alle balene da parte di giapponesi, islandesi e norvegesi è purtroppo sorretta  da sovvenzioni governative. A tal proposito Patrick Ramage, direttore del programma balene dell’International Found Animal Welfare, ha commentato «Dobbiamo dare ai Governi un buon motivo per sospendere la caccia alle balene». Il motivo è semplicemente evitare questi inutili stermini.

Lo sostiene anche un’icona del cinema mondiale, Brigitte Bardot, che a 77 anni scende ancora in campo per difendere i diritti degli animali. Questa volta ha scritto di suo pugno una lettera indirizzata al primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, annunciando che Sea Shepherd solcherà le acque del santuario australe per impedire un nuovo massacro. Questo il testo della lettera tradotta in italiano:
«Voi potete chiamare la caccia “scientifica”, ma non ingannerete la gente. Il Giappone adotta una caccia commerciale in beffa alla moratori adottata da oltre 30 anni e c’è chi viola il santuario australe voluto sin dall’inizio dalla Francia. Le balene sono in pericolo, ogni animale ucciso è un crimine contro la biodiversità. Contro le vostre navi da guerra sarà presente la flotta Sea Shepherd con il mio amico, il capitano Paul Watson, a capo del trimarano Brigitte Bardot, per combattere i briganti, gli assassini del mare. È indecente annunciare l’aumento del budget riservato alla caccia alle balene a 27 milioni di dollari, in un momento in cui la comunità internazionale si mobilita per aiutare le vittime del disastro di Fukushima.Giungono voci sull’incredibile avvelenamento causato dalle diverse sostanze chimiche, per sterminare gli animali ancora vivi nella zona di evacuazione. E vi chiedo conto, a nome di questi animali e sul futuro a loro riservato, che sembra essere la condanna a essere abbandonati».

Nessun commento:

Posta un commento